Passione

Aforismi

William Burroughs

Chi non è mai stato dedito al vizio degli stupefacenti, non può farsi un'idea chiara di quel che significa sentire il bisogno della droga con la particolare intensità del tossicomane.
Ci si abitua meno alla marijuana che al tabacco. L'erba non nuoce alla salute in genere.
Esistono parecchie varietà di medici disposti a rilasciare ricette di stupefacenti. Certuni le rilasciano solo se si convincono che sei un tossicomane, altri solo se si persuadono che non lo sei.
Euforia significa vedere le cose sotto una prospettiva tutta particolare. Euforia significa liberazione momentanea dalle imposizioni della carne che invecchia, della carne prudente, esasperante, spaventata.
Forse tutto il piacere è solo sollievo.
Gli effetti negativi della marijuana sono stati grossolanamente esagerati. La nostra droga nazionale è l'alcol. Ed abbiamo la tendenza a considerare con particolare orrore l'uso di qualsiasi altra droga voluttuaria.
I fumatori di marijuana non sono come gli altri intossicati. Il tossicomane ti mette in mano i quattrini, prende la droga e fila. Ma i fumatori di marijuana non si comportano così. Pretendono che lo spacciatore li metta a loro agio e tenga loro compagnia parlando per una mezz'ora prima di vendere due dollari di “erba”.
Il cervello carico di cocaina è una macchinetta impazzita, che lampeggia luci azzurre e rosa in un orgasmo elettrico. Il piacere della cocaina potrebbe essere esperimentato anche da una macchina pensante, i primi movimenti di una orribile vita d'insetto.
Il controllo non può mai essere un mezzo per ottenere alcun fine pratico... Non può essere altro che un mezzo per ottenere un controllo maggiore.
Il gatto non offre servigi. Il gatto offre se stesso. Naturalmente vuole cura e un tetto. Non si compra l'amore con niente.
Il massimo che può aspettarsi un intossicato spacciatore di stupefacenti, è di mantenere il vizio. Ma almeno, quando fai lo spacciatore, hai per le mani una buona riserva di droga, e questo ti dà un senso di sicurezza.
Il risultato finale dell'uso dell'oppio e suoi derivati specialmente nell'abitudine all'eroina in cui il tossicomane ha la possibilità di procurarsi forti dosi è una perenne depressione del cervello posteriore ed una condizione assai simile a quella riscontrata nello stadio finale della schizofrenia: completa mancanza di affetti, autismo, virtuale assenza di manifestazioni cerebrali.
Il tossicomane può passare otto ore ad osservare un muro. Ha coscienza di ciò che lo circonda, ma l'ambiente è per lui privo di caratteristiche emotive e di conseguenza anche di interesse.
Il tossicomane, il più delle volte, crede di condurre un'esistenza normale e pensa che la droga sia un fatto incidentale. Non si rende conto che, pur svolgendo le sue attività estranee alla droga, sta scivolando lungo la china. Solo quando gli viene tagliata la fonte dei rifornimenti capisce quale importanza abbia la droga per lui.
L'intossicato misura il tempo con la droga. Quando viene privato della droga, l'orologio si scarica e si ferma. Egli non può fare altro che rassegnarsi e aspettare che ricominci a scorrere il tempo senza droga. L'intossicato in preda al malessere della mancanza di droga, non ha scampo dal tempo esteriore, non ha luogo in cui rifugiarsi. Può soltanto aspettare.
L'intossicato è cieco per quanto concerne il progredire del suo vizio. In genere non si rende affatto conto che sta scivolando nell'abitudine agli stupefacenti.
L'organismo del tossicomane funziona grazie all'eroina; senza la droga è impotente come un pesce fuor d'acqua.
L'unica cosa vera di uno scrittore sta in quello che ha scritto, e non nella sua vita.
La Canapa indiana è un sensibilizzante. Se uno si sente già male lo fa stare ancora peggio.
La cosa più pericolosa da fare è rimanere immobili.
La droga non è, come l'alcool o come la marijuana, un mezzo per intensificare il godimento della vita. La droga non è uno sfizio. È un modo di vivere.
La droga prende tutto e non dà nulla.
La droga è un'inoculazione di morte che mantiene l'organismo in uno stato di emergenza.
La droga è una strada a senso unico.
La marijuana non induce proprio nessuno a commettere delitti. Non ho mai visto nessuno a incattivirsi sotto l'influenza dell'“erba”. I fumatori di marijuana son gente socievole.
La noia, che indica sempre una tensione non scaricata, non disturba mai il tossicomane. Egli può fissarsi le scarpe per otto ore, e viene indotto all'azione quando si capovolge la clessidra della droga.
La tua mente risponderà a più domande se impari a rilassarti e ad aspettare le risposte.
Le autorità preposte ai narcotici asseriscono che la droga dà assuefazione, che è deleteria alla mente e al corpo e induce coloro i quali se ne servono a commettere delitti. Ecco invece qual è la verità: la marijuana non dà assolutamente assuefazione. Puoi fumare “erba” per anni e non proverai alcun disagio se improvvisamente non ti sarà più possibile procurarti la droga.
Man mano che il vizio prende piede, le altre cose alle quali si interessava l'intossicato si svuotano d'ogni importanza. La vita si riduce alla droga; una dose, e già si guarda con ansia a quella successiva, ai “nascondigli” e alle “ricette”, agli “aghi” e alle “pompette contagocce”.
Molti spacciatori di droga sono lieti di veder crescere il numero degli intossicati, per motivi economici. Quando si dispone di una merce è naturale che si desiderino clienti, purché siano di quelli buoni.
Naturalmente, gli intossicati non muoiono, di norma, se vengono privati dello stupefacente. Ma, in un senso del tutto letterale, il liberarsi del vizio implica la morte delle cellule che non possono sopravvivere senza la droga e la loro sostituzione con cellule non bisognose di sostanze stupefacenti.
Noi siamo il gatto che è in noi. Siamo i gatti che non possono camminare da soli, e per noi c’è un posto soltanto.
Non ci si può sottrarre al malessere per la mancanza di droga, così come non è possibile sottrarsi all'euforia della droga dopo una puntura.
Non riesco a capire perché mai coloro i quali affermano che l'“erba” è causa di delitti non sono conseguenti e non chiedono che anche l'alcol sia dichiarato illegale. Ogni giorno delitti vengono commessi da ubriachi che non li commetterebbero se non si trovassero in stato di ubriachezza.
Non si decide di diventare tossicomani. Un mattino ci si desta in preda al “malessere” e lo si è.
Nulla è vero, tutto è permesso.
Occorrono almeno tre mesi di punture praticate due volte al giorno per scivolare nel vizio degli stupefacenti. E non si sa realmente che cosa sia la smania della droga fino a quando le assuefazioni non siano divenute numerose.
Quando prendi la droga, lo spacciatore è come l'amata per l'innamorato.
Quando rinunci alla droga, rinunci a un sistema di vita.
Quando si smette di crescere, si incomincia a morire.
Si scivola nel vizio degli stupefacenti perché non si hanno forti moventi in alcun'altra direzione. La droga trionfa per difetto.
Spacciare droga significa assoggettarsi a un'incessante tensione nervosa. Prima o poi ti prende “l'ossessione dei piedipiatti” e tutti ti hanno l'aria di poliziotti.
Una passione divorante può produrre sintomi fisici, febbre, perdita di appetito, anche reazioni allergiche e poche sindromi sono più ossessive e potenzialmente autodistruttive dell'amore.
Uno schizofrenico può ignorare la fame e morire di fame se non lo si nutre. Nessuno può ignorare l'astinenza dall'eroina.
Uno stato poliziesco efficiente non ha bisogno di polizia.
Vi siete mai iniettati cocaina in una vena? Colpisce il cervello, attivando le connessioni nervose del piacere puro. Il piacere della morfina sta nei visceri. Dopo un'iniezione ci si ascolta dentro. Ma la cocaina è elettricità attraverso il cervello, e lo "yen" per la cocaina appartiene unicamente al cervello, un bisogno privo di corpo e di sensazioni.